Angeli ne…ri
Pittore ti voglio parlare, cantava Fausto Leali nel ’68 e la sua canzone, che a citarla per intero mi causerebbe un ban immediato da FB per me e 7 delle mie generazioni, pare fatta apposta per questo mamozzo.
Amici eterniani ben ritrovati con una nuova mini recensione della wave 6 del Masterverso, subito pronti ad introdurre Sun Man, una guest star proveniente dalla linea “Rulers of the Sun”.
Ora, una premessa è doverosa. Non sapevo niente di chi o cosa fosse questo personaggio o questa linea, ma il sito Mattel è venuto in mio soccorso. E ci troviamo di fronte a una storia da lacrima movie degli anni ’70, quelle con il bambino biondo che puntualmente a fine film schiatta, anticipando di 20 anni Kenny di South Park.
Praticamente, nei mai troppo decantati anni ’80, c’è sto bambino di colore che frigna perché tra i MOTU non c’è nessun personaggio nero in cui possa riconoscersi. Allora interviene la mamma che gli crea su misura il suo nuovo eroe, Sun Man appunto, che assorbe i poteri dal sole e quindi la melanina diviene una manifestazione e catalizzatore del suddetto potere. Poi come sia arrivata a far produrre un’intera linea di pupazzi a partire da questa idea onestamente mi sfugge, fatto sta che abbiamo il bambino felice e contento e una nuove serie di figures una piú brutta dell’altra.
Ora, fin qui se vogliamo non ci sarebbe neanche niente di eccessivamente malvagio, se non il discorso della rappresentatività forzata: come se noi non potessimo ammirare Mr. T, Apollo Creed o Bruce Lee solo perchè di un colore diverso dal nostro… Mi viene da chiedermi dov’è il vero razzismo…
Ma la parte davvero imbarazzante arriva dopo, perché alla fine della storia c’era un link che rimandava ad una pagina con un decalogo su “come scegliere una linea di giocattoli davvero inclusiva per i propri figli”. E qui evito di riportarvi anche un singolo accenno perché è una roba che avrebbe fatto bestemmiare anche Papa Leone sul balcone di San Pietro appena eletto.
Ora una storia come questa non poteva che tornare auge in questo decennio di terrore woke che solo ultimamente sembra iniziare a mostrare le prime crepe, per cui ecco che i Rulers of the Sun sono stati recuperati e inseriti nelle attuali linee dei MOTU.
Cmq, chiusa parentesi durata anche troppo e andiamo ad analizzare il nostro mamozzo.
Il personaggio non si presenta male ed è un gigantesco salto di qualità rispetto alla sua controparte Origins.
La prima cosa che salta agli occhi sono il suo paio d’ali angeliche, che si sostituiscono a quella specie di colletto sovradimensionato della versione Origins. Ali abbastanza ingombranti, specialmente se tenute spiegate, ma ben realizzate e di sicuro impatto.
La corazza riprende i colori delle bandiere africane (rosso, verde e giallo) e presenta un bel logo dorato a forma di sole sul petto, che sostituisce quello sgorbio giallo che aveva sempre in versione Origins.
A questa si aggiungono un gonnellino para fianchi di buona fattura e degli stivali unici, anche se appaiono sporchi e macchiati di nero (non so se la cosa sia voluta o meno)
La testa è fatta molto bene e migliora anch’essa notevolmente la versione Origins. Quest’ultima aveva una chioma simil-afro e una faccia piú che da fesso. Questa invece presenta un capello a spazzola molto anni ’80 e una faccia pulita e giovanile che mi ricorda molto Theo dei Robinson.
Gli accessori sono uno scudo e una sorta di mazza monocolore, che mi fa ricordare un po’ il supereroe Hawk Man.
Le articolazioni non mi pare fossero malaccio anche se torniamo sempre al solito problema di posabilità dei Masterverse. Avrei voluto dargli una posa più slanciata, come a spiccare il volo, ma quello che vedete in foto è il massimo che sono riuscito a ottenere.
Per concludere, quando ho preso questo pezzo, già costava poco rispetto agli altri Masterverse. Ma ho visto che è continuato a scendere fino a ragggiungere prezzi a una cifra. Probabilmente adesso se lo prendete vi ci daranno anche dei soldi sopra, per cui si tratta cmq di un acquisto consigliato.
Voto finale: 6,5







